Le attività di monitoraggio delle colture sono state realizzate circa ogni 20/25 giorni in base all’andamento climatico e pianificate tenendo conto anche delle informazioni comunicate dagli agricoltori sull’instaurarsi di eventuali infezioni. Questo ha assicurato un continuo controllo delle colture in prova.
In particolare, per il frumento, i rilievi fitopatologici (03/05/2019, 24/05/2019, 10/06/2019) sono stati effettuati su 5 aree (0,5x0,5 m) per parcella, valutando lo stato fitosanitario delle foglie e della spiga. Le infezioni e infestazioni riscontrate sono state un’infezione da Puccinia spp. agente causale della ruggine sulle foglie; un’infezione da Fusarium spp.; un’infezione da Septoria e una da Oidio. Per quanto riguarda la valutazione dell’infezione da ruggine, l’efficacia dei trattamenti è stata valutata determinando la gravità della malattia sulle foglie, mediante una scala empirica di valutazione con diverse classi di malattia (0-10). Ciascuna classe di malattia corrisponde ad un determinato range di percentuale di superficie infetta. I dati raccolti sono stati utilizzati per calcolare l’indice di malattia che esprime la gravità media della malattia. I risultati di quest’anno hanno mostrato che nel 2019 (cv. Odisseo) l’infezione si è evidenziata soprattutto nel terzo rilievo ed è stata più intensa rispetto al 2017 e al 2018. Il controllo positivo ha contenuto la malattia nel secondo rilievo; i trattamenti omeopatici hanno contenuto la malattia in maniera significativa all’ultimo rilievo del 24 e 38% (OM I e OM II, rispettivamente); l’equiseto ha ridotto in maniera significativa l’indice di malattia nel secondo (-64%) e ultimo rilievo (-24%). Per quanto riguarda l’indice di malattia su spiga da Fusarium spp. (evidenziata anche nel 2018), all’ultimo rilievo dell’anno si può osservare un contenimento della stessa rispetto al controllo negativo indotta dal trattamento OM II. In particolare, i trattamenti OM II, Equiseto e rame hanno indotto la diminuzione più evidente (-15%, 17% e 15% rispettivamente). I risultati relativi alle infezioni fogliari da oidio e da septoria non hanno mostrato effetti significativi fra i trattamenti omeopatici e il controllo negativo. Infine, per quanto riguarda la resa, nel 2019 la resa in tutte le parcelle è stata più bassa rispetto agli anni precedenti (condizioni climatiche piovose che hanno favorito la diffusione delle malattie). La resa maggiore (47 q/ha) è stata ottenuta a seguito del trattamento con Equiseto. Il confronto fra le percentuali di resa rispetto al controllo negativo nel triennio mostra che l’equiseto ha indotto un aumento significativo di quasi il 40% vs. C negativo. Sui campioni di granella è stata effettuata anche l’analisi delle micotossine, in particolare del DON (deossinivalenolo). I risultati hanno evidenziato un livello molto basso (<0,5 ppm) di tale tossina in tutti i campioni analizzati nel 2017, mentre nelle annate 2018 e 2019 i livelli sono stati medio-alti (>0,5 ppm): in particolare, nel 2018 tutti i trattamenti hanno presentato livelli di tossina alti (>1 ppm) tranne l’equiseto. Nel 2019 tutti i campioni presentavano livelli elevati di DON e addirittura OM I (Arsenicum album 45dH e Carbo vegetabilis 4cH) superava il limite di 1,75 ppm.
Per quanto riguarda il pomodoro, durante i 5 rilievi fitopatologici effettuati (10/06/2019, 28/06/2019, 12/07/2019, 19/07/2019, 26/07/2019) sono stati riscontrati sintomi da batteriosi e peronospora. Per quanto riguarda la batteriosi, nel 2019 si osserva in generale una graduale diminuzione dell’incidenza probabilmente a causa della diffusione molto intensa della peronospora ma per tutte le date non si è evidenziata nessuna significatività tra i trattamenti in prova verso il controllo negativo. Per quanto riguarda l’indice di malattia, nel 2019 i trattamenti omeopatici hanno indotto una diminuzione significativa all’ultimo rilievo. Per quanto riguarda la valutazione dei danni da peronospora su foglia, nel 2019, i trattamenti OM I, OM II e equiseto-OM I hanno indotto un aumento dell’indice di malattia rispetto al controllo negativo negli ultimi tre rilievi, significativo nell’ultimo. L’equiseto ha sempre indotto un miglioramento rispetto al controllo negativo, significativo nel terzo rilievo mentre il rame si conferma essere il più efficace nel contenere l’infezione. Per quanto riguarda l’infezione su frutto, nel 2019, i trattamenti OM e Equiseto+OM I inducono un peggioramento dell’indice di malattia; al contrario, l’Equiseto all’ultimo rilievo ha avuto un effetto di contenimento dell’infezione simile a quello del controllo positivo.
Per quanto riguarda i gradi Brix, in tutti e 3 gli anni il contenuto maggiore di zuccheri è stato osservato nel controllo negativo e a seguito del trattamento con equiseto. Per quanto riguarda la produzione, in tutte le annate la resa maggiore è stata ottenuta nella parcella del controllo positivo (con una resa maggiore nel 2018). Nel 2019 l’equiseto ha indotto una resa paragonabile a quella del controllo positivo (+71%); OM I ha indotto un aumento pari al 26%; OM II e equiseto-OM I ha indotto una diminuzione di circa il 60%.
Per quanto riguarda la vite, sono stati effettuati 7 rilievi fitopatologici (28/05/2019, 18/06/2019, 09/07/2019, 24/07/2019, 26/08/2019), durante i quali sono state riscontrate fitopatie (peronospora e mal dell’esca) e, in misura minore, infestazioni (erinosi). L’efficacia dei trattamenti sul contenimento dei danni da peronospora è stata valutata determinando la diffusione e la gravità della malattia. La diffusione è stata valutata come percentuale di piante infette. Nel 2019 sin dal 2° rilievo tutte le piante in prova erano infette per tutti i trattamenti. La gravità della malattia sulle foglie e sui grappoli è stata valutata mediante una scala empirica di valutazione con diverse classi di malattia. I dati raccolti sono stati poi utilizzati per calcolare l’indice di malattia, che esprime la gravità media della malattia. I rilievi sono stati effettuati su 10 piante per parcella. Per quanto riguarda il rilievo su foglia, nel 2019 i trattamenti OM e l’equiseto hanno presentato un indice di malattia sempre inferiore al controllo negativo, significativo per OM II in 3 rilievi (18/06, 9/07 e 24/07) e per OM I ed equiseto nel penultimo rilievo, evidenziando un contenimento dell’infezione.
Tuttavia, si può ipotizzare che tale effetto sia stata indotto dai 4 trattamenti (28/05, 8/06, 24/06, 29/07) a base di rame e zolfo effettuati sui filari OM I, OM II e equiseto per contenere una perdita del prodotto. Per quanto riguarda il rilievo su grappolo, nel 2019 i trattamenti OM e l’equiseto hanno presentato un indice di infezione inferiore al controllo negativo in quasi tutti i rilievi (ad eccezione per OM 1 e l’equiseto nel rilievo del 24/07). Anche in questo caso, si può ipotizzare che tale effetto sia stata indotto dai 4 trattamenti (28/05, 8/06, 24/06, 29/07) a base di rame e zolfo effettuati sui filari OM I, OM II e equiseto per contenere una perdita del prodotto. Sia su foglia che su grappolo il trattamento a base di rame si conferma essere l’unico efficace nel contrastare la fitopatia.
In riferimento ai sintomi da Mal dell’esca, nel 2019 sono stati riscontrati in alcune piante del controllo negativo e della parcella trattata con OM I. Per quanto riguarda la resa, in tutte le 3 annate la produzione maggiore è stata ottenuta nel controllo positivo. Inoltre, nel 2017 e nel 2019 con i trattamenti OM ed equiseto si sono ottenute rese superiori al controllo negativo, in particolare per OM II (Cuprum metallicum 30 cH).
Rispetto al pero, sono stati effettuati 4 rilievi fitopatologici (31/05/2019; 25/06/2019; 22/7/2019; 30/08/2019) durante i quali sono state riscontrate le seguenti infezioni/infestazioni: maculatura bruna (Stemphylium vesicarium), cidia del pero (Cydia spp). In misura minore è stata riscontrata anche l’erinosi (Eryophis pyri). I rilievi fitopatologici sono stati effettuati per la maculatura bruna e la cidia su 10 piante per parcella. Per quanto riguarda la maculatura bruna, l’efficacia dei trattamenti è stata valutata determinando la gravità della malattia sulle foglie, mediante una scala empirica di valutazione con diverse classi di malattia (0-10). Ciascuna classe di malattia corrisponde ad un determinato range di percentuale di superficie infetta. I dati raccolti sono stati utilizzati per calcolare l’indice di malattia che esprime la gravità media della malattia. Nel 2019 non c’è stato nessun contenimento della maculatura bruna a seguito dei trattamenti omeopatici e dell’equiseto, anzi, si è assistito ad un significativo peggioramento indotto da OM I (As 35dH) in I e nel III rilievo. Per quanto riguarda la diffusione della malattia sui frutti, la maggiore percentuale di piante infette è stata riscontrata nel trattamento OM II bis (80%), seguito da Equiseto e controllo positivo con il 70%, OM I e OM II con il 60% mentre il controllo negativo presenta la minor percentuale di piante infette (poco più del 50%). Per quanto concerne l’indice di malattia, nessuna differenza significativa è stata individuata tra i trattamenti in prova.
Riguardo alla cidia, nel 2019 all’ultimo rilievo si osserva una tendenza alla diminuzione delle pere infestate a seguito dei trattamenti OM ed equiseto. I dati dell’infestazione da Cydia sul raccolto 2019 confermano i risultati ottenuti nelle due precedenti annate 2017 e 2018 a seguito del trattamento OM II a base di Sulphur 200cH e 6dH. Nel 2019 la resa è stata inferiore rispetto a quella del 2017 e la maggior produzione è stata ottenuta nelle parcelle trattate con il controllo negativo ed OM II bis (21 q/ha).
Per quanto riguarda il ciliegio, durante i 3 rilievi fitopatologici effettuati (17/04/2019, 10/05/2019, 28/05/2019) è stato riscontrato il marciume dei frutti e un’infestazione da afidi. I rilievi sono stati effettuati su 10 piante per parcella.
Rispetto al marciume dei frutti, in generale, l’infezione ha interessato fino al 40% di frutti; inoltre, l’analisi statistica non evidenzia alcuna differenza significativa dei PAD rispetto al controllo negativo in entrambi i rilievi. Per quanto riguarda l’infestazione da afidi, nel 2018 e nel 2019 l’infestazione da afidi è stata meno intensa rispetto al 2017 (fino al 100% di percentuale di apici fogliari infestati), raggiungendo un massimo di 70% e 40% delle piante infestate nel 2018 e 2019, rispettivamente. Le rese invece sono state pari 3,7 q/ha per il c positivo; 5,5 q/ha per l’Equiseto; 10,9 q/ha per OM I e C negativo e 8,5 q/ha per OM II e C negativo.
Per quanto riguarda la melanzana, sono stati effettuati 4 rilievi fitopatologici (03/07/2019, 30/07/2019, 19/08/2019 e 30/09/2019). Nel 2019 sono stati riscontrati sintomi di ingiallimento fogliare, disseccamento fogliare che si estendeva dall’apice fino al picciolo e avvizzimenti fogliari. Nessuna differenza significativa è stata evidenziata fra i trattamenti. Per quanto riguarda la produzione, nel 2019 i valori di rese sono simili e sono compresi fra 63 e 68 q/ha, in più, nel triennio le differenze in resa non sono risultate statisticamente significative.
La sperimentazione di lattuga non è stata condotta nemmeno per il terzo e ultimo anno dal momento che l’agricoltore, per impossibilità dovuta alle condizioni meteorologiche, ha trapiantato troppo tardi le piante in campo e non sono riuscite ad attecchire andando in contro a morte nel giro di pochi giorni.